Nuova Ambasciata Italiana a Washington DC, U.S.A.
UN PALAZZO ITALIANO A WASHINGTON D.C.
In un tardo pomeriggio estivo percorrevo la Whitehaven Street, nella parte alta della città di Washington D.C., e cercavo di capire. Cercavo di capire come occupare quel verde triangolo inclinato, lembo estremo del Rock Creek Park, parco cittadino lussureggiante, molto amato da chiunque a Washington D.C., che su un lato sale ad agguantare la città che lo fronteggia, contrapponendo un filare di eleganti e privatissime town-houses, scandito da pause di straordinari giardini segreti.
Il terzo lato, l’ultimo, si allunga a lambire la Massachussets Avenue, l’Embassy Row, proprio all’incrocio con il Ponte sul Potomac.
Questo lo scenario. Una sfida vera. Come riuscire, senza intaccare l’armonia tra natura ed artificio, tra spazi pubblici e spazi privati. Come riuscire a non offendere lo straordinario equilibrio fra vocazioni così diverse, tanto più straordinario e consistente perché espresso all’interno di una metropoli moderna.
Modernità per eccellenza, “città icona” della contemporaneità, Washington D C capitale degli Stati Uniti d’America.
Ci veniva richiesto il progetto per la Cancelleria Italiana: un edificio destinato e dedicato al lavoro di molte persone, una macchina complessa, per le diverse funzioni istituzionali, e sofisticata negli aspetti di sicurezza e di tecnologia. Un edificio competitivo e moderno per l’aspetto più strettamente architettonico: dotato di spazi aperti al pubblico, di spazi di rappresentanza per incontri e manifestazioni. Qualcosa che rappresentasse al meglio la maestria tutta italiana del buon costruire, ed il grande patrimonio culturale che il mondo ci riconosce E però, comunque, un building-office.
L’analisi del tessuto urbano, visto attraverso gli edifici simbolo della città mette in evidenza la loro qualità formale, il rigore dello stile neoclassico: asciutti e vigorosi nella purezza del limestone, la pietra bianca di rivestimento, emblema locale di tutta l’architettura di rappresentanza della città: la casa Bianca, il Congresso, l’Obelisco, Arlington. Basta guardarli in sequenza per capire fino in fondo perché Washington D.C. interpreta così compiutamente il ruolo di capitale politica del paese.
Questo ci ha consentito di catturare il genius loci, e di individuare gli elementi chiave della progettazione.
Lo studio della morfologia e dell’orografia del terreno hanno poi suggerito la posizione dell’edificio e le caratteristiche strutturali. Un palazzo Italiano. Come creare a Washington D.C. un segmento d’Italia, un’architettura formale, e al tempo stesso un archetipo di “villa” della tradizione italiana: l’edificio si appoggia direttamente sul piano verde del giardino e, sul lato scosceso, si irrobustisce con una parete contrafforte. E ancora, le mura ed i bastioni, un volume forte, quasi antico, ma di complessa modernità: infatti subito tutto si percepisce dinamico, grazie alla posizione sfuggente, agli assi prospettici non ortodossi, all’ardito slittamento dei piani di facciata.
L’edificio di pianta quadrangolare, sfugge a qualsiasi tentazione di un facile parallelismo con l’asse stradale, si colloca d’angolo, così che l’impatto visivo della materia costruita è magicamente “sfondato“.
Per esaltare tale scelta, questo stesso angolo ed il suo opposto sono tagliati con un percorso prospettico in vetro, che nella lievità aerea della trasparenza sembra separare il grande palazzo in due edifici più piccoli. Agli estremi del percorso vetrato si trovano rispettivamente l’ingresso per il pubblico e l’uscita nel grande giardino. Il percorso prospettico taglia il cuore dell’edificio, svuotandone il volume pieno per i primi due piani, e realizza un grande volume vuoto, cerniera focale e funzionale dell’intero sistema. Questo è il grande atrio-hall, che ospita manifestazioni ed eventi, sormontato da una “lente vetrata” che ne costituisce la copertura trasparente e lo rende visibile dal corridoio anulare e da tutte le aperture interne dell’edificio.
Il terzo e il quarto piano, con le loro pareti curve, anch’esse vetrate, si affacciano sulla lente garantendo illuminazione naturale anche ai corridoi.
Una scelta progettuale importante è stata quella di prevedere un confort ambientale più simile agli standards europei che a quelli locali: per questo tutti gli ambienti di lavoro hanno la possibilità di ricevere aria e luce naturali.
Materiali rappresentativi della migliore produzione italiana sono stati ritenuti indispensabili alla qualità del progetto: il paramento esterno delle murature perimetrali, realizzati con mattoni massivi di marmo rosa Asiago, la copertura superiore in rame, la pavimentazione della grande hall e dell’atrio in seminato veneziano, il marmo per le pareti dell’atrio, gli encausti pittorici di finitura per le torri degli ascensori, gli infissi in acciaio balistico, e per finire gli arredi, alcuni su disegno, altri forniti e selezionati dalla vasta produzione del design italiano. Insomma, una costruzione di forte personalità che ha voluto interpretare, fondendoli, estro e tradizione italiani.
SNA (tratto dalla rivista “Diplomatic news” n° 4, settembre 2002).
Incarico: edificio su quattro piani fuori terra di circa 2.500 mq ciascuno, comprendente la rappresentanza diplomatica dell’Ambasciata d’Italia, il settore degli addetti militari, la rappresentanza consolare, l’istituto di cultura e le aree di rappresentanza comprensive di un atrio pluripiano per eventi e manifestazioni, di una sala multimediale, della biblioteca.
Ubicazione: Washington D.C.
Committente: Ministero per gli Affari Esteri
Tipologia di lavoro: nuova realizzazione
Data: 1993 progetto vincitore del concorso ad inviti: C. Aymonino, G. Aulenti, G. Canella, De Feo, V. Gregotti, V. Magistretti, R. Piano, A. Rossi, P. Sartogo;
Data incarico: 1993 – 1996 progettazione esecutiva; 1996 inizio lavori; 1999 completamento.
Design team: P. Sartogo lead arch., S. Nobili, N. Grenon
Consultants: strutture ed impianti Leo A. Daly Washington DC, geotecnica Schabel Washington DC, illuminotecnica Brandston New York, ingegneria meccanica M.S.I. Washington DC, sicurezza Electron Roma, tecnologie specialistiche Metcoe U.S.A., landscape F. Zagari
Area: 10.000 mq.
Progetto dell’arredamento: progettazione arredi fissi e mobili
Data incarico:1999-2001
Photo credits: Archivio S. Nobili – SNA, Archivio P. Sartogo, N. Mcgrath, A. Jemolo, A. Karchmer, Ambasciata d’Italia a Washington