Concorso Europeo per la nuova sede dell’Agenzia Spaziale Italia
Spunto N°1: La presenza del fiume, il disegno equilibrato che unisce la curva del fiume con la dritta via Flaminia, la vista molto aperta che raggiunge la collina di Monte Mario. L’architettura intorno: case con tetti e mattoncini, un vecchio serbatoio dell’acqua da trenino elettrico: scenari dismessi.
Spunto N°2: Dalle richieste della committenza: un edificio che rappresenti l’attività di un Ente che ha l’anima imprenditoriale, scientifica e culturale.
Immaginiamo un edificio “fluido” che, con naturalezza, sia aperto ai semplici visitatori e senza barriere crei nello stesso tempo aree irraggiungibili dai curiosi, destinate all’elaborazione mentale. Il solido di partenza, deformandosi e schiacciandosi, produce al suo interno delle “sacche” di privatezza in cui ci si può inoltrare. Inoltre questo togliere dal blocco immaginario da cui partiamo permette di continuare a percepire lo spazio vuoto che porta l’aria del fiume e lo skyline della collina, non ostruendo le visuali. Con un solo movimento si formano diverse configurazioni spaziai che assolvono alla varietà delle funzioni richieste: una piazza d’ingresso che si inclina accogliendo il visitatore divenendo anche copertura del volume di bose; una grande cavità: museo-agorà-hall di ingresso formale; un blocco verticale con spazi seriali da studiare per la Direzione Generale e per i settori scientifici; una grande piastra quasi sospesa in altezza con il piano dei programmi scientifici e la Presidenza, entrambi da caratterizzare con spazi interni flessibili.
L’elemento più forte del progetto è l’ingresso avvolgente che lentamente accoglie il visitatore e conduce lo sguardo del passante in una dimensione inconsueta. Contribuiscono all’effetto le dimensioni e i particolari effetti di luce che sì si creano. Infatti l’edificio, fatta esclusione per le zone operative, si propone come un oggetto rischiarato da luminescenze deboli e passeggere, sensibili al movimento dei corpi senza turbare il buio. Tagli di luce, fori passanti che guidano il singolo raggio, come nelle architetture influenzate dall’ astronomia, in questo caso piccoli eventi luminosi.
La grande lastra di cristallo si frappone tra l’edificio e la città. Immaginata con un’orditura di tiranti non paralleli, delimita ed impreziosisce l’ambito di questa agorà dove è di scena la conoscenza dello spazio, le cui meraviglie meritano il rispetto e la cautela dovute alla scienza.
Incarico: Progetto nuova sede dell’Agenzia spaziale italiana
Ubicazione: Roma, Italia
Committente: A.S.I.
Tipologia di lavoro: concorso europeo
Data: 2000
Design: SNA – Susanna Nobili Architecture
Project Team: M. C. Liquori E. Sacco
Image credits: SNASUSANNA